2023-07-22 Monte Aquila dal Vallone dell'Inferno

2023-07-22 Monte Aquila dal Vallone dell'Inferno

Localita' di partenza – Strada per l'albergo di Campo Imperatore, Km 5,800 (AQ)

Coordinate e quota di partenza (WGS84) – 42.443045, 13.585662, 1810 metri

Distanza percorsa – 10.80 Km

Salita accumulata – 920 metri

Durata dell’escursione – 6 ore 20 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Eravamo alla ricerca di un'escursione che non ci portasse via troppo tempo visto che toccava essere a Roma presto, per un impegno. Con Daniele, dopo una serie di ipotesi alla fine scartate decidiamo per la salita al Monte Aquila dal Sentiero Geologico che parte da Vado di Corno, per il Vallone dell'Inferno, ripetendo il giro fatto nel 2018 e nel 2020, dove in entrambe le occasioni il tempo non è stato clemente e ci ha precluso i bellissimi panorami di questa zona del Gran Sasso.

Si uniscono all'avventura anche Lucia ed Augusto, con i quali non uscivamo da esattamente un anno.

L'appuntamento è al parcheggio di Vado di Corno, punto di partenza per il Centenario alle otto. Ci prepariamo e, dopo un richiamo di colazione, con le sempre ottime crostate di Lucia, immancabili in queste occasioni, ci mettiamo in cammino e stavolta sotto un cielo azzurro ed un leggero e piacevole venticello a dispetto delle previsioni che prevedevano raffiche ad oltre 50 Km/h.

L'andatura è tranquilla: c'è tutto il tempo di godersi l'escursione. In pochi minuti raggiungiamo Vado di Corno dove ci mettiamo in posa con Sua Maestà, la cui mole ci seguirà per tutto il percorso, alle spalle.

Dopo il vado tralasciamo il sentiero che a destra conduce al Vaduccio e a Casale San Nicola e giriamo a sinistra, lungo il sentiero Geologico, in parte ancora segnato.

Qualche bivio viene facilmente riconosciuto anche grazie al GPS e alla traccia delle due precedenti percorrenze. Sotto di noi vediamo il Rifugio d'Arcangelo.

Proseguiamo sempre in discesa mentre una nuvoletta dispettosa ci avvolge ma non sembra essere fastidiosa ed infatti si alza piuttosto velocemente consentendoci di nuovo di vedere le imponenti pareti di roccia che ci circondano.

Raggiunta quota 1700 circa iniziamo a risalire su un facile pendio erboso per scavalcare una piccola cresta che ci separa dal Vallone dell'Inferno.

Di nuovo una piccola discesa e finalmente arriviamo al passaggio chiave della giornata.

Inizia ora la salita vera e propria che dai 1820 metri circa ci porterà fino in vetta e nel primo tratto bisogna superare un ostacolo: l'attacco della via presenta sulla destra una paretina di rocce ed erba, ripida ed esposta che, nel 2018 ci diede qualche problema a causa dell'erba bagnata e scivolosa.

A sinistra invece, c'è da affrontare un ripido tratto non lungo ma con fondo sdrucciolevole dove l'arrampicata, seppur facile, è ostacolata dalle numerose rocce friabili che si staccano sotto il nostro peso per poi, alla fine, affrontare una bella e impressionante galleria creata da un gigantesco masso incastrato, via affrontata invece nel 2020, con qualche problema.

Decidiamo per la galleria e iniziamo, con molta calma, ad affrontare l'inizio ripido e sdrucciolevole.

Uno alla volta, anche per evitare che i sassi che inevitabilmente cadono possano colpire chi viene dietro, guadagniamo l'ingresso della galleria di roccia.

Anche quì, terreno ripido e fondo costituito da un mare di sassi sui quali rimanere in equilibrio è impossibile. Si sale a quattrozampe, cercado di aiutarsi con qualche (poche) roccia più ferma delle altre.

Alla fine tutti riescono a superare l'ostacolo e si può finalmente affrontare la ripidissima salita ma stavolta su fondo buono che ci aspetta e dove, magicamente ricompaiono i segni che invece ci avevano abbandonato dove più ne avevamo bisogno.

Procediamo con un buon passo, compatibilmente con la pendenza fino a raggiungere i 1900 metri circa di quota dove approfittiamo di alcune rocce che ci fanno da sedile, per una meritata sosta.

Spunta di nuovo la magica (e ottima) crostata di Lucia che ci permette di reintegrare le energie spese fino ad ora.

Dopo la sosta ricominciamo a salire con la pendenza che non cala di un grado fino a raggiungere quita 2330, fermandoci su una selletta che separa la vetta del Monte Aquila da uno sperone roccioso.

Brevissima sosta per compattare il gruppo e per immortalare i soliti bellissimi camosci, sempre presenti in questo massiccio prima di muoverci per affrontare il tratto finale.

Il sentiero sale ora su rocce un po' instabili, passando a sinistra di una formazione rocciosa che ci separa dalla vetta per poi girare a sinistra ed arrivare ad un ripido canalino da affrontare in arrampicata ma stavolta la salita è divertente visto che il fondo è decisamente più stabile.

Superato il canalino rimane l'ultimo tratto ripido e un po' scosceso ma, finalmente, poco dopo le dodici e trenta raggiungiamo la vetta del Monte Aquila, spuntando da un versante da dove non è proprio usuale vedere arrivare persone.

Foto di gruppo sul Monte Aquila

Ed ora, è il momento di una meritata sosta che viene onorata con uno spuntino ma soprattutto con l'immancabile brindisi a base di Genziana.

Ci riposiamo qualche altro minuto prima di ripartire, seguendo il sentiero stavolta facile, a parte un brevissimo tratto dove ci si deve aiutare ma solo un po' con le mani, e ben segnato che ci riporterà in un'oretta di discesa a Vado di Corno, prima sempre accompagnati dalla mole di Sua Maestà, il Corno Grande, e al parcheggio poi, dove in poco più di sei ore si conclude la nostra bellissima escursione, premiata stavolta da viste spettacolari e da un meteo decisamente favorevole.

E per concludere degnamente la giornata non rimane che il terzo tempo a base di birra ed arrosticini, come sempre a Camarda, paese di passaggio lungo la strada che ci riporterà a casa.

Ed ora, potete gustarvi le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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