2020-09-19 Grotta dei Diavoli e M. Amaro

2020-09-19 Grotta dei Diavoli e M. Amaro

Localita' di partenza – Fara San Martino (CH)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.087866, 14.199080, 466 metri

Distanza percorsa – 30.50 Km

Salita accumulata – 2500 metri

Durata dell’escursione – 9 ore 31 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Dopo tanto Gran Sasso, si torna sulla Maiella e, vista la compagnia, non poteva essere un'escursione come le altre. Con Augusto si era parlato di affrontare il Monte Amaro partendo dal paese di Fara San Martino.

Questo percorso è uno dei più lunghi per raggiungere la vetta principale di questo massiccio, con i suoi quasi 2400 metri di dislivello distribuiti lungo una quindicina di chilometri in una valle che cambia ben tre volte il nome dal paese alla cima: Vallone di Santo Spirito, Valle di Macchia Lunga e Val Cannella.

Però questo itinerario già impegnativo, non era abbastanza e allora ci abbiamo unito una deviazione che lo ha reso unico. Ma veniamo al racconto della giornata, iniziata molto presto per essere a Tivoli, alle quattro e mezzo e quindi a Fara San Martino poco dopo le sette, con il sole che iniziava a farsi vedere mentre si percorrevano gli ultimi chilometri di strada.

Quando arriviamo il parcheggio all'imbocco delle gole è vuoto. Solo una macchina con due ragazzi che si preparano ad affrontare la lunga salita di corsa. Ci salutiamo e mentre loro partono come fulmini, noi completiamo la nostra preparazione.

Noi, anche se non di corsa, partiamo con un passo decisamente veloce, aiutati dalla pendenza non esasperata, dall'ottimo fondo del sentiero e dall'allenamento fatto per la mitica traversata della Cresta del Gran Sasso di qualche settimana fa.

Non possiamo esimerci però dalle inevitabili soste fotografiche, soprattutto nelle strettissime gole del tratto iniziale, da poco riaperte dopo gli importanti lavori di messa in sicurezza realizzati dopo l'incidente mortale dello scorso anno.

E dopo le strette e imponenti pareti lo spettacolo dei resti del monastero di San Martino in Valle, addossato ad una gigantesca parete di roccia che lo sovrasta e lo protegge.

Lasciati gli antichi resti riprendiamo di buon passo il cammino. Raggiungiamo, a quota 580 metri circa, la prima fontana ma approfittiamo solo di una veloce rinfrescata essendo partiti da poco e avendo ancora con noi tutta la scorta di acqua.

Proseguiamo entro la valle che, anche se non come nel tratto iniziale, rimane costeggiata da enormi pareti rocciose verticali. Alle otto raggiungiamo una seconda fonte a quota 830 metri, dove stavolta beviamo in abbondanza. Potrebbe essere l'ultima sorgente che incontriamo e poi dovremo contare solo sulla nostra scorta personale.

Più avanti passiamo a destra del vecchio sentiero, distrutto da una colossale valanga, qualche anno fa, che trascinò dall'alto centinaia di alberi ricoprendo il tracciato originale. Il nuovo sentiero fu ricostruito a tempo di record la primavera successiva dal CAI di Fara.

Dopo un'ora di cammino e circa seicento metri di salita fatti raggiungiamo Bocca dei Valloni, a circa 1060 metri. Qui incontriamo il sentiero che porta alla Grotta dei Callarelli e alla vale Serviera, posto bellissimo da vedere.

La valle cambia nome e si allarga e il percorso cambia faccia. Si cammina su un bel sentiero nel bosco molto ripido ma con un fondo che consente una bella andatura e noi ne approfittiamo.

Siamo quasi a due ore di cammino quando raggiungiamo Fonte Milazzo, a 1600 metri circa di quota. La fonte non è completamente secca e approfittiamo delle preziose gocce che sgorgano dal tubo per rimpinguare le scorte.

Intanto un bel cucciolo di cervo attraversa il sentiero, più in basso, e si ferma qualche secondo incuriosito, permettendoci qualche scatto anche se da lontano.

Infine, poco dopo le dieci, raggiungiamo il bivio per la Grotta dei Diavoli, a quota 2090 metri circa. Camminando più o meno in quota su un incerto ma relativamente comodo sentiero in mezzo a ghiaie e sfasciumi, sotto imponenti formazioni rocciose, ci dirigiamo verso la grotta, praticamente tornando indietro sul fianco sinistro (salendo) della valle.

Dopo quindici minuti di comodo cammino siamo ai 2130 metri della grotta.

Augusto ed io alla Grotta dei Diavoli

Una piccola e meritata sosta con qualche foto all'interno del ricovero prima di ripartire.

Ora inizia l'avventura: l'intenzione sarebbe di aggirare le pareti, rimanendo sul cengione che fa da orlo a questa possente montagna. Il primo tratto è abbastanza agevole, poi la sorpresa: un'interminabile oceano ripidissimo di breccia, dove avanzare è quasi impossibile. A ogni passo scendono torrenti di sassi, piccoli e grandi.

Cerchiamo di galleggiare su questa marea in movimento con la fine della parete che sembra irraggiungibile.

Dopo tanto faticare, finalmente riusciamo a raggiungere l'orlo della cresta est dell'Altare, dopo quasi un'ora per percorrere mezzo chilometro di sfasciume.

La Via del Breccione, un tratto molto difficile da superare, ma ce l'abbiamo fatta, ora siamo in cresta, una cresta anch'essa di non facile percorrenza, molto ripida e sassosa, ma ci siamo, aggiriamo la corona culminante dell'Altare e siamo in vetta.

Cima dell'Altare e sullo sfondo, l'Amaro

Manca ora la meta finale, l'Amaro ma la cima è li, davanti a noi quasi a poterla toccare. Poco meno di un'ora di facile salita e siamo sulla vetta della Montagna Madre.

Augusto ed io sulla vetta del Monte Amaro

Dopo le foto di cima, mangiamo, ovviamente brindiamo e, all'una circa ripartiamo. Ripercorriamo i nostri passi fino all'Altare per poi girare a destra lungo l'interminabile cresta a forma di "virgola" che ci riporterà fino al paese di Fara.

Siamo su un sentiero ma con pochi segni. Di fatto non servono perchè bisogna segire sempre il bordo della cresta fino a raggiungere il Monte Tari, a 1467 metri di quota.

Mentre scendiamo continuiamo a guardarci indietro per ammirare la cresta dell'Altare apparentemente irraggiungibile, cercando di visualizzare i vari passaggi fatti per scalarla.

Lasciamo il monte Tari e cerchiamo di individuare il percorso di discesa che da qui, abbandona il bordo della valle. Un primo paletto segnavia ci mostra il sentiero. I segni sono pochi e ben nascosti ma il sentiero è evidente e la presenza di numerosi nastri colorati appesi sugli alberi ci indicano la via.

Terminata la discesa su una strada sterrata rimane solo l'ultimo tratto di strada fino al paese, che ci darà il colpo di grazia. Un fondo costituito da grossi sassi risulta, per i piedi provati dalla lunga giornata, un vero toccasana. Ma alla fine superiamo anche questa e poco prima delle cinque siamo alla macchina, soddisfatti per questa insuperabile escursione.

Non resta ora che affrontare il lungo viaggio fino a casa ma, ovviamente, solo dopo la meritata sosta per il "terzo tempo" a base di birretta e patatine.

Grazie Augusto, per avermi coinvolto in questa avventura alla conquista del sempre difficile Monte Amaro, in un percorso decisamente entusiasmante.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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