2019-04-27 Cima Lepri da Macchie Piane

2019-04-27 Cima Lepri da Macchie Piane

Localita' di partenza – Macchie Piane, S. Angelo dei Sommati (RI)

Distanza percorsa – 14,00 Km

Salita accumulata – 1100 metri

Durata dell’escursione – 6 ore 22 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

A distanza di una settimana si torna sui monti della Laga per salire Cima Lepri, la seconda vetta del Gruppo dopo il Monte Gorzano.

Con Daniele partiamo prestissimo da Roma dovendo raggiungere la località di Macchie Piane, nei pressi di Sant’Angelo dei Sommati (Amatrice), percorrendo da Roma la via Salaria.

Sono le sette e mezzo quando, scarponi ai piedi, ci incamminiamo in direzione est sul grande prato di Macchie Piane prima di cominciare la salita.

Superato il prato, iniziamo a salire verso il boschetto di Colle dell’orto con pendenze non eccessive fino a raggiungere il cartello con le indicazioni per il Tracciolino di Annibale e di Cima Lepri.

Intanto incontriamo i primi nevai che siamo costretti ad aggirare perché ghiacciati e scivolosi. Fortunatamente non sono grandi e ci costringono a deviazioni limitate. Ma già ci fanno presagire quello che ci aspetta più avanti.

Continuiamo a salire lungo il sentiero mai difficile o faticoso, superando nevai, cascatelle d’acqua e ammirando intorno a noi il bel panorama: il lago di Campotosto, le montagne del Terminillo, il Velino, in lontananza, fino a raggiungere, intorno ai duemila metri, un nevaio più insidioso degli altri in quanto molto ghiacciato ed esteso.

Ci siamo: è ora di indossare la ferramenta. Calziamo velocemente i ramponi e proseguiamo superando i poco più di cento metri di salita che ci separano dal Vado di Annibale.

Al vado non troviamo Annibale ma un vento feroce che arriva dalle nostre spalle, da Ovest, che mi impedisce anche di scattare qualche foto.

Giriamo a destra, Sud Ovest, in direzione di Cima lepri evitando il sentiero di cresta in quanto troppo esposto al vento ma tenendoci leggermente riparati a sinistra, riuscendo così a salire senza essere sbattuti a terra dalle violente raffiche che salgono dal fondovalle.

Oltre al vento ci si mettono anche le nuvole basse che, fortunatamente solo a momenti, ci precludono la vista del panorama circostante.

Alla fine, nonostante il vento, riusciamo a superare i poco più di trecento metri di dislivello che ci separano dalla vetta, che raggiungiamo dopo circa tre ore di cammino.

Io, in vetta a Cima Lepri

Daniele, in vetta a Cima Lepri

In cima è un problema anche stare in piedi, ma riusciamo a fare almeno le foto di cima prima di iniziare a scendere.

Per la discesa iniziamo a percorrere il sentiero 333a, direzione Nord Est per arrivare fino al Monte Pelone, seconda vetta prevista per questa escursione, ma iniziano le prime difficoltà:

Le nuvole sono sparite e il sole comincia a farsi sentire piacevolmente per noi ma un po’ meno per la sottile crosta di rifusione del manto nevoso che comincia a cedere sotto i nostri piedi rendendo l’avanzata difficile e, dolorosa per i continui impatti delle nostre gambe con la crosta ghiacciata.

Rallentiamo e iniziamo a procedere con maggiore prudenza fino a terminare la discesa sulla cresta che porta al Pelone. Siamo a circa 2230 metri e non abbiamo più il riparo della Cima Lepri a proteggerci dal vento. L’avanzata diventa problematica e, in più di un’occasione richiamo di essere sbattuti a terra.

Decidiamo che è ora di tornare indietro e di salutare il Pelone, che raggiungeremo un’altra volta.

Lasciamo la cresta e iniziamo a scendere nella valle sotto di noi, mantenendoci in piano ad una quota di circa 2200 metri così da raggiungere il Vado di Annibale senza dover risalire sulla cresta di Cima Lepri e senza scendere troppo al disotto della sella stessa.

Arriviamo ad un punto riparato dal vento e con delle rocce comode per sederci e ci fermiamo per la meritata sosta pranzo e soprattutto per il meritato brindisi a questa bella giornata, prima di ripartire verso la sella, che raggiungiamo poco dopo le dodici.

Scendiamo lungo i nevai che adesso non sono più ghiacciato e, raggiunti i duemila metri ci togliamo gli ormai inutili ramponi.

Ormai si tratta solo di scendere lungo il facile Tracciolino di Annibale, il comodo sentiero affrontato in salita fino a Macchie Piane, dove arriviamo che non sono nemmeno le due.

Veloce cambio di scarpe e rinfrescata prima di ripartire alla volta di Amatrice, di cui non mi sento di mostrare foto, per fermarci nella nuova zona di ristoro allestita non lontano dai resti del centro storico, dove i ristoranti locali stanno cercando di far ripartire la fragile economia di questa bella città, per consumare un generoso antipasto, annaffiato da una buona e fresca birra, prima di ripartire alla volta di Roma.

Grazie a Daniele per questa bella escursione, in attesa di tornare di nuovo sulla Laga.

Ed ora le foto di questa intensa giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

2019-04-27 Cima Lepri da Macchie Piane