16 Giu 2013 - Monte Cotento, da Camerata Nuova

16 Giu 2013 - Monte Cotento da Camerata Nuova

Località di partenza – Camerata Nuova (RM) (800 metri)

Distanza percorsa – 58,30 Km

Salita accumulata – 1380 metri

Durata dell’escursione – 8 ore 13 minuti

Cime raggiunte – Monte Cotento (2012 m.)

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Guarda le foto in formato album

Foto e descrizione dell’escursione

... come saprete mi diletto nella collezione del club dei 2000 metri e, dopo aver scorrazzato per i Simbruini, mi rimaneva da salire il Cotento. Ora, arrivare a Filettino ce ne vuole e salire da Campo Staffi mi sembrava un poco riduttivo per cui mentre facevo delle escursioni "virtuali", studiando le cartine in mio possesso, ho visto che da Camerata Nuova c'era una carrareccia per raggiungere Campo Staffi e allora ho ideato quest'escursione ibrida.

Da Camerata la strada (sulla carta) era presente e ben segnata e con pendenze tutto sommato accettabili. Il tragitto fino a Campo staffi era minore di 30 Km e poi ci sarebbe stato solo da salire al Cotento con la bici, probabilmente a spinta per buona parte della salita.

Ed ecco che ho organizzato la cosa e sono partito.

Lasciata presto l'auto a Camerata Nuova, alle 7:30 sono gia in sella. Seguendo il GPS trovo rapidamente la strada per il fosso Fioio. Il fondo è ottimo e si vede che è stato battuto di recente ed infatti per strada incontro le ruspe, ferme per la domenica.

La pendenza non è proibitiva ed alterna tratti più leggeri ad impennate più velenose ma mai faticose. Inoltre, il percorso si snoda all'interno della valle del Fioio, tutta boscosa. Meno male, così la calura che è arrivata prepotente in questi giorni dovrebbe essere un po mitigata.

Procedo spedito fino al Km 16,30 a quota 1306. Qui la strada sterrata si impenna decisamente mentre un cartello indica un altro sentiero per Filettino, che è il sentiero che avevo preparato sulla carta.

Lascio fiducioso la sterrata e imbocco l'altro sentiero ed è qui che cominciano i primi fastidi:

Il sentiero passa in una stretta valletta e l'acqua ne occupa totalmente la sede. Pedalare in queste condizioni non è il massimo e mi ritrovo spesso con i piedi in ammollo! Per fortuna che non siamo in inverno e le scarpe bagnate non danno fastidio, anzi.

Dopo circa un chilometro e mezzo di smadonnamenti vari, esco dal fosso e ritrovo la sterrata.

Un controllo, poi, mi confermava che era quella che avevo lasciato anche se faceva un giro un poco poù lungo e con una salita in più.

Affronto un primo tratto della sterrata invaso dall'acqua ma il fondo è buono per cui riesco a pedalare senza problemi.

Un altro chilometro di ottima strada (ma con un'infinità di guadi sul torrente che continua a serpeggiare intorno alla strada) ed arrivo all'incrocio con la strada che arriva da Camporotondo e che porta alla Trinità. Una breve sosta e riparto e qui cominciano i guai.

La strada passa esattamente nel punto centrale della valle e l'acqua del disgelo, per fortuna non più presente ha completamente eroso la sede stradale, accumulando una grossa quantità di detriti e rami morti.

L'avanzata, nonostante la pendenza non sia proibitiva, è faticosissima e in alcuni lunghi tratti sono costretto a scendere di sella ed andare a piedi.

Questi tratti si alternano a tratti più pedalabili, fino ad arrivare, nelle vicinanze di Campo Staffi, alla base della seggiovia per il monte Cotento.

Il fondo diventa ottimo ma le pendenze sono notevoli. Provato dalla faticosa avanzata precedente alterno tratti in sella e tratti a spinta e, finalmente, alle 11:30 arrivo sul piazzale di Campo Staffi, a 1770 metri.

Sono un poco stanco. Mi fermo a mangiare qualcosa e a bere un goccio d'acqua. Il Cotento mi guarda ed io ho un attimo di incertezza ma passa subito.

Riparto e inizio la salita. Salgo a piedi fino ai 1870 metri dell'arrivo della seggiovia. Da li c'è da scendere e risalire ma pedalando sul prato, a mezza costa, riesco a non perdere più di dieci metri di quota. Scendo di sella e inizio la salita ripida e faticosa. Le scarpe non sono il massimo per il trekking e i sassi ostacolano la spinta della bici. Mi viene quasi in mente di lasciarla e di continuare senza ma ci ripenso: deve venire in vetta con me.

E alla fine, dopo una faticosa salita, alle 12:40 sono in vetta.

Mi siedo a contemplare il panorama e approfitto di alcuni nevai residui per rimpinguare la scorta di acqua, che comincia a scarseggiare.

Mangio qualche biscotto, accompagnato da una gelida acqua di nevaio, foto di cima insieme alla mia due ruote e via, per la faticosa discesa che mi attende.

Il primo tratto del Cotento è fatto a piedi (ma stavolta la gravità mi aiuta) fino alla seggiovia quindi in sella, cercando di non suicidarmi lungo la ripida discesa fino a Campo Staffi.

Da qui, la via dell'andata che si rivela essere almeno fino a una quindicina di chilometri da Camerata molto faticosa con alcuni tratti (gli stessi della salita) da fare a piedi.

Comunque, alla fine, un poco provato, alle 15:40 raggiungo Camerata Nuova, sporco di fango, assetato (un grazie alla signora che mi ha gentilmente dato la possibilità di riempire le borracce, in paese) e pronto al rientro a Roma.

Ed ora, qualche foto ...

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx

2013-06-16 Monte Cotento