Continua questo pazzo inverno con clima quasi primaverile. Non è certamente una cosa positiva ma sarebbe un peccato non approfittarne. E allora ecco una bella e impegnativa escursione che normalmente si può fare quando il sentiero dei Valloni ha terminato di essere interessato dalle cadute di neve accumulata in alto.
Non è così invece  ora con la via completamente sgombra dalla neve e nessun accumulo in cresta.
Arrivo a Fonte Cerreto poco dopo le sette, al solito parcheggio Simoncelli. Pochi minuti e sono in cammino. Fa freddino ma niente di impossibile: sono coperto adeguatamente.
Mi avvio verso la stazione di partenza della funivia dopo essermi rifocillato al bar con un buon cornetto, verso la  sterrata a sinistra dell'impianto. Pochi passi e lascio la stradina per imboccare il sentierino che taglia ripido verso il primo pilone.
Pochi metri di piano prima di ricominciare a salire ripidi verso la stazione intermedia della vecchia funivia dove arrivo cinquanta minuti circa dalla partenza.
Superata la costruzione il sentiero alterna tratti più ripidi e momenti di relativo riposo. La progressione e tranquilla senza esagerare e soprattutto con il sentiero completamente pulito.
Arrivo così al terzo pilone. Inizia intanto a farsi sentire un venticello freddo e fastidioso ma ancora sopportabile. Inizia il momento finale e più faticoso di questa bella salita che mi porta a Campo Imperatore dopo meno di due ore di marcia.
Anche se c'è poca neve lo spettacolo del Gran Sasso è sempre impagabile. Mi fermo qualche secondo per fare i soliti scatti mentre qualche sciatore, approfitta degli impianti aperti e di qualche pista agibile.
Lascio il piazzale e inizio a scendere lungo la strada, coperta da un manto di neve battuta dai gatti delle nevi. Terreno ideale per camminare veloci.
E seguendo la strada, arrivo nei pressi del parcheggio Fontari dove inizia il sentiero che va verso Vado Di Corno dove arrivo verso le dieci e venti.
Purtroppo appena iniziata la salita in cresta vengo investito da un vento forte e gelido. E oltre al vento mi tocca anche fare lo slalom per evitare i tratti di neve più dura. Riesco a salire senza problemi ma con la provvidenziale piccozza pronta per frenare una scivolata.
Comunque, nonostante il vento fastidioso salgo bene confortato anche dallo splendido paesaggio del Gran Sasso e delle montagne vicine.
Superò cosi quasi cinquecento metri di dislivello e arrivo alla salita finale: gli ultimi cento metri. La cresta ora è totalmente coperta di neve e stavolta mi devo fermare per indossare i ramponi. Initile rischiare.
Messa la ferramenta ai piedi gli ultimi cento metri sono una formalità e alla fine, a mezzogiorno quasi in punto arrino sulla vetta di Monte Aquila.