2023-04-29 Alta via della Fenice

2023-04-29 Alta via della Fenice

Localita' di partenza – Fontana della Fata, Carpineto (RM)

Coordinate e quota di partenza (WGS84) – 41.597141, 13.081544, 670 metri

Distanza percorsa – 76.00 Km

Salita accumulata – 4030 metri

Durata dell’escursione – 31 ore 35 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Eccomi a raccontare un'altra meravigliosa avventura di montagna: un tratto dell'Alta via della Fenice, in compagnia di Augusto ed Alessandro che ringrazio infinitamente per avermi coinvolto in questa impresa.

Questo percorso, la cui descrizione di dettaglio si trova facilmente su Internet, è stato ideato da Tommaso Funaro e percorso insieme a Massimo D'Amore (guida escursionistica di Sgurgola), Mauro Lucatelli (esperto appenninista di Carpineto Romano), Gianni Centra e Leandro Cotesta (entrambi di Roccagorga), in cinque tappe con pernottamento in rifugio.

I miei amici, invece intendono percorrerlo in un'unica soluzione con un'unica breve sosta da efffettuarsi a circa 20 - 25 Km prima di arrivare al traguardo.

Augusto mi contatta e mi dice che gli farebbe piacere se li accompagnassi, anche solo per un breve tratto ed io accetto volentieri.

Dopo aver vagliato diverse soluzioni ci organizziamo per incontrarci al Passo della Fota, trentesimo Km del percorso completo per poi proseguire insieme fino alla fine e, cosi facciamo.

Alle sei sono a Carpineto Romano, e precisamente alla Fontana della Fata dove inizia la strada sterrata che porta al passo della Fota. Mangio un'abbondante razione di pasta che mi servirà visto quello che dobbiamo affrontare e mi metto in cammino. Sono tre km e mezzo di facile salita fino al passo che raggiungo in meno di un'ora, con il sole che intanto inizia a farsi vedere da dietro le montagne.

Raggiunto il passo inizio a telefonare ai ragazzi che purtroppo sono un po' in ritardo: il tratto che hanno dovuto affrontare di notte non è su sentieri segnati e sono stati fortemente rallentati per aggirare i fitti rovi Lepini.

Per non dover aspettare almeno due ore al passo, decido che è meglio andargli incontro fino a raggiungerli al rifugio de Jo Volubro.

Inizio a camminare e, velocemente raggiungo il Monte Perentile, scendo nella valle Le Gotte e la percorro fino al Volubro.

Non c'è copertura telefonica e non so dove sono i miei amici. Faccio un rapido conto rispetto alle ultime informazioni e vedo che c'è da aspettare una trentina di minuti.

Ne approfitto per rilassarmi un attimo sotto il piacevole sole primaverile fino al loro arrivo. I ragazzi hanno già percorso oltre trenta Km ed io, "solo" una decina. Si fermano per una breve sosta approfittando di un po' di caffè e di biscotti che gli ho portato.

Ci mettiamo in marcia di buon passo quando sono le nove e mezza circa. Superiamo la Valle delle Gotte, salita al Perentile, Passo della Fota per affrontare poi la salita alla Croce di Capreo, che raggiungiamo quando è quasi mezzogiorno.

Qui troviamo un folto e simpatico gruppo di escursioniste capitanate da Mauro. Ci fermiamo qualche minuto a chiacchierare ed approfittiamo di un buonissimo dolce fatto da una delle partecipanti, molto gradito, prima di ripartire.

Salutiamo Mauro e le ragazze e ripartiamo. Prossima tappa, il Semprevisa, cima più alta dei Lepini, dove veniamo accolti da un gelido venticello e da una innocua pioggerellina. La cima è affollatissima e non ci fermiamo se non per un rapido autoscatto prima di ripartire.

Raggiunto Monte Erdigheta ci fermiamo per una breve sosta e di nuovo via fino a raggiungere il Pizzone.

Sulla vetta del Pizzone

Lasciata la vetta iniziamo la discesa per Pian della Faggeta seguendo il sentiero segnato fino a circa 880 metri di quota.

Poco prima del Perrone del Corvo, giriamo a destra per salire un breve sentiero non ufficiale ma ben segnato e manutenuto che ci porta fino alla selleta, da noi amichevolmente chiamata Passo Lucatelli in onore dell'amico Mauro che ha contribuito alla tracciatura e alla manutenzione di questo percorso, insieme ad altri volenterosi amanti dei Lepini.

Dalla sella si scende fino alla strada provinciale che proviene da Carpineto. Percorriamo un pezzo di asfalto fino a deviare per la sterrata che porta alla Fonte del Carpino che raggiungiamo alle quattro e mezzo del pomeriggio.

Breve sosta, rifornimento di acqua e via, si riparte. Seguiamo il sentiero 724, questo del tutto nuovo per me, fino a raggiungere una bellissima pineta che attraversiamo.

Sono quasi le sei. Lasciamo il sentiero che prosegue verso Monte Gemma e deviamo a destra. Da ora in poi finiscono i sentieri "ufficiali" e si prosegue su tracce non sempre visibile, affidandosi al percorso caricato sul GPS.

Raggiungiamo la sella poco sotto Monte Sentinella e iniziamo la discesa verso Fonte le Mole e, poco dopo, il santuario di San Luca, con l'imponente mole del Cacume a farci da sentinella.

Sono quasi le otto. Iniziamo a preparare le lampade frontali in quanto fra poco saremo al buio.

La prima parte del sentiero è visibile ma poi, in cresta, dobbiamo affrontare uno snervante slalom all'interno della fitta vegetazione. Le lampade aiutano ma anche a causa della nebbia che intanto è calata sul percorso, ogni tanto la visibilità diventa critica.

Per fortuna che sul percorso sono presenti dei nastri bianchi e rossi, lasciati per una gara di Trail. Alle nove e mezza raggiungiamo Colle Calvello da dove iniziamo una ripida discesa.

Il programma prevedeva che questo tratto lo si sarebbe affrontato poco prima del buio ma purtroppo non è stato possibile. Fortuna che Augusto, in una precedente perlustrazione aveva pulito le parti più critiche e lasciato dei provvidenziali nastri a segnare la via.

Raggiungiamo la sorgente Ladanno, ci riforniamo di acqua e continuiamo la discesa sempre in mezzo alla folta vegetazione che, anche se ripulita da Augusto ha già ripreso possesso del suo territorio.

Finalmente, con qualche difficoltà, riusciamo a raggiungere il fondo valle. Intanto dal Rifugio Scorciapane, sotto al Cacume, ci contatta Andrea che ci sta aspettando, insieme ad un gruppo di amici, per rifocillarci con un buon piatto di pasta e carne alla brace.

Lo avvisiamo che purtroppo arriveremo tardi ma ci dicono che ci aspetteranno comunque. Iniziamo la salita verso il Rifugio lungo un sentiero quasi inesistente. Al buio, aiutati solo dalle frontali e dal GPS con parecchia difficoltà arriviamo a quota 660 metri sulla cresta sotto al rifugio, poco prima di Piano la Noce. È ormai passata l'una e si prosegue con moltissima fatica. Il GPS ci da una indicazione del percorso da seguire ma ovunque ci voltiamo troviamo uno sbarramento impenetrabile di rovi.

E intanto, forse a causa del freddo comincio ad avvertire un senso di malessere. Fatico a mantenere l'equilibrio e mi tocca fare attenzione perché su questo terreno impervio ogni pietra mi fa sbandare col rischio di cadere.

Alla fine finisco per vomitare e questo, fortunatamente, migliora la situazione. Proseguiamo fino alle tre, circa ma alla fine decidiamo di arrenderci perché intanto abbiamo perso la direzione indicata dalla traccia e non si riesce a trovare una via d'uscita, col buio che non fa vedere dove aggirare i rovi.

Ci fermiamo addosso a delle rocce e riposiamo fino ad aspettare il sorgere del sole. Anche se infreddoliti, ci svegliamo riposati e ci prepariamo a ripartire. E con la luce lo scenario cambia drasticamente. Riusciamo a vedere varchi dove durante la notte vedevamo solo muri e, pian piano usciamo dall'inferno dei rovi raggiungendo il Rifugio in poco più di mezz'ora.

Veniamo accolti da Luca, che ci invita per la colazione. Io approfitto di un'abbondante razione del riso che la sera prima ci aveva portato Andrea e del buon caffè preparato al momento da Luca.

Intanto Alessandro ci comunica che non può proseguire: il suo ginocchio provato dalla lunga camminata è gonfio in maniera preoccupante e proseguendo potrebbe comprometterlo per cui decide di finire qui e scendere a Patrica per farsi recuperare dal Padre.

Con molto dispiacere salutiamo lui e Luca e ripartiamo poco dopo le sette per proseguire il cammino.

Intanto vista l'ora e il percorso ancora da fare ci rendiamo conto che rischieremmo di arrivare a Montelanico in tarda serata col rischio di beccare le piogge abbondanti previste per il pomeriggio e magari, se ci dovesse essere qualche inconveniente, di farsi un'altra nottata. Per cui decidiamo che una volta raggiunto il Monte Gemma avremmo deviato per tornare al Carpino e da qui a Carpineto dove io, fortunatamente, avevo lasciato l'auto.

Si procede spediti sotto l'effetto della ricca colazione. Raggiungiamo Colle di Trevi a quota 935 dove inizia la salita al Monte Gemma, un gioiello dei Monti Lepini dall'aspetto più simile ad una vetta del Gran Sasso che ad una montagna di "soli" 1470 metri di altezza.

La parte finale presenta un dislivello di più di 400 metri molto ripidi con qualche cresta aerea e spettacolare: ricorda un po' la salita finale dell'Intermesoli.

E, poco prima delle dieci, raggiungiamo la vetta di Monte Gemma, ultima cima della giornata.

In vetta al Monte Gemma, ultima fatica della giornata

Ed ora non rimane che scendere per affrontare gli ultimi 14 Km fino a Carpineto. Dopo quanto passato durante la notte i sentieri che ci aspettano sono delle comode autostrade.

Seguendo il sentiero 724 scendiamo dal Gemma. Durante la discesa il piacevole incontro con Massimo d'Amore, uno degli ideatori di questo percorso, con il quale ci intratteniamo per commentare la nostra avventura. Dopo i saluti, proseguiamo fino a raggiungere la pineta affrontata qualche ora prima. e poi, proseguendo siamo di nuovo al Carpino. Ultima sosta e via, velocemente raggiungiamo la provinciale per Carpineto e seguendola arriviamo finalmente a Carpineto e alla macchina dopo quasi 32 ore (40 per Augusto) di cammino lungo i Monti Lepini.

Ci liberiamo degli abiti per indossare qualcosa di asciutto e pulito e insieme alla pioggia che intanto, è arrivata, ci rechiamo alla Pergola a Montelanico per un meritato pranzo con un ricco antipasto e un buonissimo piatto di Paccheri con guanciale.

E in tutto ciò sono anche riuscito a scattare numerose foto che potete vedere qui, di seguito.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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