2020-11-25 Il monte Velino da Cartore

2020-11-25 Il monte Velino da Cartore

Localita' di partenza – Cartore, Borgorose (RI)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.167045, 13.310778, 950 metri

Distanza percorsa – 23.00 Km

Salita accumulata – 2010 metri

Durata dell’escursione – 8 ore 26 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Al lavoro siamo in un momento tranquillo, il meteo promette una bella settimana e allora, prima che questa roulette dei DPCM decida, o no, di chiuderci in casa, approfittiamo.

La limitazione di mobilità in ambito solo regionale per fortuna consente di fare qualche bella escursione e, anche stavolta come dieci giorni fa, parto da Cartore, ancora nel Lazio e mi organizzo per ripetere un bell'anello fatto in occasione della fine delle restrizioni di questa primavera ma stavolta al contrario.

Ma veniamo al racconto della giornata: arrivo a Cartore poco prima delle sette. Il termometro dell'auto segna quasi zero gradi e, mentre mi preparo, li sento tutti. Mi copro indossando anche guanti e cappello.

Attraverso il bel borgo di Cartore per dirigermi, direzione Nord, verso Passo le Forche. Il primo tratto è pianeggiante o al massimo, in leggera salita, e il passo si adegua con un'andatura veloce.

Un bel maremmano, sonnecchiante ai bordi della strada, mi da il buongiorno a modo suo. Ma non risulta aggressivo per cui lo saluto e proseguo.

Supero Bocca di Teve, dove inizia il sentiero della valle omonima, con i cartelli che ricordano che non è possibile percorrerla fino alla prossima primavera.

Proseguo velocemente fino ad arrivare nelle vicinanze di Passo le Forche e inizio a deviare sulla sinistra per intercettare il sentiero che mi porterà verso la cresta di Monte Rozza.

E dopo il cagnolone, qui un cavallo che bruca sul sentiero, mi guarda con fare curioso, prima di spostarsi e lasciarmi passare.

Il sentiero sale in diagonale sul costone del Rozza con buona pendenza ma senza essere particolarmente faticoso.

Intanto il sole ha iniziato a scaldarmi con i suoi raggi e l'abbigliamento, pian piano, passa dall'invernale all'estivo. A maniche corte si sta bene anche perché il vento è totalmente assente.

Arrivo così al bordo della valle di Teve, ad un'altezza vertiginosa. Il sentiero piega sulla destra ed inizia a salire lungo la cresta. Un altro gruppo di cavalli mi precede durante la salita. La progressione è veloce con qualche sosta solo per qualche scatto fotografico.

Sono le nove e venti quando arrivo ai 2064 metri del Monte Rozza, prima vetta della giornata. Mi fermo solo per il tempo necessario ad una foto ricordo e riparto lungo il sentiero che ora non sale più di continuo ma alterna piccoli saliscendi fino ad arrivare alla Capanna di Sevice.

Manca poco alle dieci e una sosta ci sta tutta: mangio qualche pezzo di pera e di parmigiano, prima di rimettermi in moto.

Prossimo obiettivo è il Monte di Sevice. Il tratto iniziale è ancora completamente in ombra e si sente. Mi copro e inizio ad affrontare la salita, un po' timoroso che possa essere ghiacciata ma per fortuna la neve è molle. E comunque, ero attrezzato con tutta la ferramenta necessaria.

Salita tranquilla e poco dopo le dieci e venti sono sul Sevice. Mentre scatto qualche foto vedo che il resto del cammino è praticamente sgombro dalla neve. Mi rimetto in marcia lungo il sentiero segnato e mi avvicino alla vetta principale.

Il panorama circostante, con le vette parzialmente imbiancate, è stupendo e la giornata è perfetta. Vento praticamente assente e cielo completamente sereno.

Manca poco alle undici e arrivo al bivio per il Cafornia. Ormai manca poco alla vetta. Riprendo a salire la piramide finale del Velino, schivando i pochi tratti ghiacciati, e finalmente poco dopo le undici, sono in vetta.

Io, sulla cima del Monte Velino

Mi posso fermare per godere del meraviglioso panorama e per mangiare ancora qualcosa e anche per un piccolo brindisi alla bella giornata, prima di ripartire.

Ripercorro i miei passi, supero il bivio per il Cafornia prima e per il Sevice dopo e inizio la discesa verso la spianata dove si trova la capanna di Sevice.

Poco prima del rifugio incontro il bivio per la Rendina e per la Valle di Teve. Anche qui la via è tutta in ombra: speriamo bene. Inizio la lunga e ripida discesa e, fortunatamente la neve è mole e, invece di essere un ostacolo, aiuta la discesa lungo questa sassaiola.

Consumo velocemente i metri di dislivello fino a raggiungere, poco dopo le dodici e mezzo, la valle di Teve. La attraverso e inizio la salita per il Malopasso. Il tratto iniziale nel bosco è quello più ripido ma niente di particolarmente faticoso.

Superati gli ultimi alberi inizia il tratto con qualche passaggio, facilissimo, su roccette, buono più che altro per fare qualche bella foto.

Poco meno di un'ora e sono alla fine della salita, sotto la Cimata di Macchia Triste. Il sentiero rimane più o meno pianeggiante per un po' prima di ricominciare a scendere verso il lago della Duchessa, dove arrivo poco prima delle due.

Il lago, a differenza di dieci giorni fa, è completamente ghiacciato. Uno spettacolo per la mia fotocamera.

Superato il lago inizio finalmente la discesa. Raggiungo la croce posizionata poco prima delle Caparnie e mi fermo per l'ultima sosta. Termino frutta, parmigiano, cioccolato e zenzero candito e mi concedo anche un altro brindisi per aiutarmi nella discesa.

Ormai è fatta. La discesa per il Vallone del Cieco e poi per la valle di Fua è solo una formalità. Sono passate da poco le tre quando arrivo a Cartore, dopo otto ore e mezzo di piacevole camminata.

Mi cambio con abiti puliti e riparto per casa, con la luna, che appena sorta da dietro al Velino, mi saluta e mi accompagnerà fino a casa.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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