2021-02-20 Monte Cava da Corvaro

2021-02-20 Monte Cava da Corvaro

Localita' di partenza – Corvaro, Borgorose (RI)

Coordinate e quota partenza (WGS84) – 42.205191, 13.265880, 850 metri

Distanza percorsa – 14.65 Km

Salita accumulata – 1200 metri

Durata dell’escursione – 6 ore 40 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

Continua questo strano periodo dominato dalla pandemia e dalle restrizioni e, per noi appassionati di montagna tocca vivere alla giornata e approfittare di ogni occasione per le nostre amate escursioni. Ed è così che, anche se l'Abruzzo è più lontano dell'Everest, il Lazio offre molte belle escursioni, anche senza fare tantissima strada.

Questa volta la scelta è caduta su un giro piuttosto classico, il Monte Cava da Corvaro, relativamente semplice ma molto bello e panoramico, soprattutto ora con tutto l'Appennino ancora imbiancato dalle recenti nevicate.

Detto fatto e, insieme a Daniele e Massimo si va: appuntamento a Roma alle sei e mezzo e arrivo a Corvaro, comune di Borgorose dopo circa un'ora di viaggio. Parcheggiamo l'auto nella piazzetta all'ingresso del paese, dietro la chiesa di San Francesco, qualche minuto per indossare gli scarponi e si parte.

Dalla piazzetta prendiamo via Regina Margherita, stradina che si addentra nella parte vecchia del paese in direzione Nord - Ovest, e dopo pochi passi troviamo un cartello che indica il sentiero per Castiglione (1A sulla carta).

Superate le prime case incontriamo la parte più vecchia, con abitazioni diroccate, con il sentiero che inizia a salire. Qualche curva e qualche bivio tendono a confondere un po' se non si conosce la strada ma conosciamo ormai questa via e ne usciamo senza problemi.

A quota 1100 metri usciamo dal sentiero per incrociare la strada sterrata che sale dalla vicina frazione di Santo Stefano con un altro cartello che indica il sentiero per Castiglione.

Meno di dieci minuti di cammino e la stradina sterrata devia a sinistra ed inizia a scendere. Noi la lasciamo e giriamo a destra per un'altra stradina in leggera salita, molto fangosa.

La pendenza aumenta e il fango diminuisce: meno male. Il bosco comincia a diradare e si cammina meglio, col fondo asciutto. Quasi le nove, quota 1290 metri, siamo alla Fonte dei Copelli. Qualche foto e proseguiamo sempre sulla stradina sterrata.

Intanto si comincia a sentire il piacevole tepore, che unito alla mancanza di vento, ci scalda fino a farci rimanere a maniche corte, anche se siamo ormai ai 1500 metri e iniziamo a trovare la prima neve. Per ora a tratti ma si presenta dura e compatta. Grazie alle impronte di chi ci ha preceduto e a dei tratti liberi dalla neve si riesce a salire senza problemi.

A questo punto, la strada svolta a destra, direzione Est, e davanti a noi si presenta lo spettacolo della salita verso Coppo di Cava, completamente imbiancata. La salita diventa impegnativa ma anche molto divertente. La pendenza e il fondo non ghiacciato consento ancora la progressione senza attrezzature.

Si sale immersi in questo magnifico paesaggio fino a superare i 1650 metri di quota. La pendenza aumenta e il fondo si fa più duro. È ora di indossare la ferramenta: prepariamo ramponi e piccozza e, in pochi minuti, siamo pronti a ripartire.

Ora si sale più sicuri con le punte sotto i piedi. Saliamo godendo del bellissimo paesaggio, approfittando per qualche foto adrenalinica. La strada ormai non è più visibile e, anche aiutati dall'ottima neve, andiamo per il classico dritto per dritto, da noi tanto amato.

Dieci e venti e 1782, la salita scollina sopra a Coppo di Cava, dove scenderebbe la stradina che si percorre normalmente. Noi, invece, rimanendo in quota, puntiamo direttamente verso la salita del Costone, in direzione della cima, anche perché riusciamo a vedere la cresta libera da accumuli di neve che potrebbero cadere a valle.

La neve, anche a causa del sole molto forte, comincia a cedere ma fortunatamente non si sprofonda più di tanto.

Sotto di noi, la spianata del Coppo di Cava completamente bianca, e in lontananza si vedono le cime del Morrone, la ZIS, l'Uccettù e alla fine spunta anche il Velino.

Le undici sono passate da pochi minuti quando raggiungiamo la cresta, a 1990 metri di quota, in corrispondenza del Monte Rotondo. La vetta del Cava è davanti a noi, a poche centinaia di metri di larga cresta, ben livellata dalla neve che copre tutte le asperità del terreno. Pochi minuti di facile cammino e alle undici e venti circa, siamo in cima.

Massimo, io e Daniele sulla cima del Cava

Qualche minuto per le doverose foto di vetta, con il Velino sullo sfondo, e ci spostiamo sul lato Nord della cresta per ripararci da un leggero ma fastidioso venticello, per la nostra sosta pranzo e soprattutto per l'ormai immancabile brindisi.

Si sta bene, il paesaggio è spettacolare e l'assembramento è inesistente. Rimaniamo una mezz'oretta a gustarci la cima prima di ripartire.

Ripercorriamo la cresta, seguendo i nostri passi, superiamo Monte Rotondo e, sempre in cresta arriviamo dopo una facile discesa su neve compatta e non pericolosa, ai 1800 metri circa del vado di Femmina Morta.

Il sentiero compie ora un'ampia curva a sinistra, per puntare a Sud. La neve è sempre più molle ma fortunatamente ci aiuta a scendere velocemente e non ci ostacola. Ormai i ramponi non servono più, anzi a causa di qualche sasso sepolto dalla neve rischiano di essere di intralcio. Ce li togliamo e ripartiamo veloci.

Ancora pochi metri e la neve comincia a essere più rada, fino a sparire. È l'una e un quarto, 1360 metri la quota quando usciamo dal sentierino (1B) per tornare sulla strada sterrata dell'andata.

Non ci resta che ripercorrere i passi della salita. Superiamo la fonte e dopo pochi minuti rientriamo nel bosco (e nel fango) fino a che non raggiungiamo la stradina che va da S. Stefano a Castiglione, che fortunatamente ha il fondo asciutto.

La ripercorriamo per pochi minuti fino ad incontrare, alla nostra sinistra, il sentierino che ci riporta al paese.

Veloce discesa con i resti della Rocca Medioevale che ci accolgono durante gli ultimi passi e infine, siamo in paese.

Ci cambiamo velocemente e ripartiamo ma non prima di una deviazione verso il famoso Birrificio del Borgo per degustare le sue buonissime birre, accompagnata da una generosa razione di patate fritte prima del ritorno a Roma.

Grazie Daniele e Massimo per la bella giornata.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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