2019-09-21 L'anello del Monte Martellese

2019-09-21 L'anello del Monte Martellese

Localita' di partenza – Capo le Macchie, Fara San Martino, CH (650 m.)

Distanza percorsa – 21.50 Km

Salita accumulata – 1960 metri

Durata dell’escursione – 10 ore 55 minuti

Mappa dell'escursione

Profilo altimetrico dell'escursione

Vista 3D dell'escursione

A distanza di un anno e più dall’ultima volta, io Agostino e Daniele, siamo tornati sulla Maiella per completare un anello che lo scorso anno ci era stato impedito da un violento temporale e che stavolta invece abbiamo felicemente portato a termine, insieme ad Andrea e Massimo che si sono uniti alla spedizione.

La bellissima Maiella, si sa, è lontana, ed oltre alla fatica necessaria a percorrere le sue vie, richiede altri sacrifici e anche questa volta così è stato. Sveglia alle 4 e partenza da Roma alle 5, per essere a Capo le Macchie, vicino a Fara San Martino, pronti a partire per le otto.

Solita veloce preparazione e via, per seguire il sentiero G6 per Colle Bandiera.

La giornata è ideale: bella, soleggiata e non eccessivamente calda. Il sentiero punta a Sud – Ovest e dopo qualche metro si impenna deciso tanto per ricordarci che oggi sarà tosta. Alla nostra sinistra la bella vallata sottostante e in primo piano il bel paese di Fara, dominato dai suoi Pastifici, De Cecco e Del Verde oltre al meno famoso ma non meno buono, Pastificio Cocco.

Dopo una quarantina di minuti, a quota 900 metri raggiungiamo la prima fonte della giornata, a testimoniare la ricchezza di acqua di questa montagna. Siamo partiti da poco ma ci concediamo una solenne bevuta cercando di imitare i cammelli e incamerare una scorsa di acqua che ci servirà più avanti.

In cielo, in lontananza, un grosso volatile gira a caccia di prede e il generoso teleobiettivo della fotocamera di Daniele riesce a immortalarlo: si tratta di un’Aquila a caccia nella zona.

Proseguiamo nella salita e, a quota 1100 metri circa, raggiungiamo un bel balcone naturale con affaccio sulla valle. Foto di gruppo obbligatoria prima di proseguire.

Pochi metri di strada e troviamo la seconda fonte della giornata, anche questa ricca di freschissima acqua di montagna.

Lasciata la fonte, il sentiero gira verso Nord e inizia di nuovo a salire ripido fino ai 1197 metri della Croce di Colle Bandiera.

Si riparte col sentiero che piega di nuovo verso Ovest alternando strappetti più ripidi a tratti più riposanti fino ad arrivare, a quota 1330 metri circa, al bivio con il sentiero G10 che indica la cima Macirenelle.

Ormai si sale senza soluzione di continuità. I tratti meno ripidi sono praticamente spariti. Un ultimo sguardo alla sottostante Valle Serviera, profonda spaccatura circondata da rocce impervie ma che non impediscono ai locali pastori di portarci i loro animali, il tutto sotto lo sguardo severo del “Guardiano della Valle”.

Siamo a quota 1430 e troviamo la terza fonte, purtroppo quasi secca. Approfittiamo comunque del piccolo rivolo di acqua che esce dal tubo per rinfrescarci prima di continuare. C’è ancora da salire prima degli oltre 2000 metri della prima vetta.

Superiamo i 1600 metri e incrociamo un gruppo di escursionisti e fra di loro, bellissima sorpresa, l’amica Silvia che sta scendendo dal Rifugio Martellese. Ci fermiamo qualche minuto per i saluti prima di continuare per affrontare l’ultimo tratto di ripida salita che ci porterà ai 1890 della finta cima Macirenelle dove si trova il cartello.

Doverosa la sosta anche perché il panorama è veramente incantevole, con la splendida vista del Mare Adriatico e per le solite foto di gruppo prima di continuare fino alla vera cima. La salita finale è più tecnica e non molto faticosa e alla fine, poco dopo le dodici, dopo la solita lotta con gli onnipresenti pini mughi, raggiungiamo la cima Macirenelle.

Ci fermiamo pochi minuti, giusto il tempo delle foto di cima prima di continuare per la prossima meta. Si tratta di affrontare un sentiero a noi sconosciuta, segnato solo sulla carta IGM ma che sappiamo essere battuto e, in qualche modo evidente. E così è.

Aiutandosi con il GPS, con molti omini di pietra, con l’erba calpestata e con tagli nelle mughete riusciamo alla fine a percorrere la non facile via, dove oltre alla difficoltà di identificare il percorso c’è la fatica dovuta alla notevole pendenza del tratto iniziale.

Raggiungiamo quota 2100 e ci fermiamo. La fatica inizia a farsi sentire e un riposino ci vuole, anche se ormai abbiamo superato il tratto più impegnativo. La via che ci aspetta è meno ripida e la vegetazione meno invasiva e, comunque, la mugheta presenta i soliti passaggi che ci permettono di proseguire e di raggiungere Cima Forcone, seconda vetta della giornata.

E dopo il meritato riposino ci prepariamo per affrontare la terza e più alta vetta della giornata: il Martellese. La sua cima è proprio davanti a noi e sembra di poterla toccare ma un’invalicabile foresta di pini mughi ci impedisce di arrivarci.

Tocca scendere verso il monte d’Ugni fino a quota 2110 e poi risalire l’altro versante, che presenta dei tratti privi di vegetazione.

E così, alle quindici e trenta arriviamo finalmente ai 2259 del Monte Martellese. Il più è fatto ma quello che ci aspetta non è uno scherzo. Lasciamo la vetta e scendiamo fino al Rifugio omonimo, appena sotto al monte d’Ugni.

Foto di gruppo al rifugio Martellese

E dopo la foto di gruppo un meritato brindisi alla Genziana prima di affrontare la fatica finale.

Lasciato il rifugio che sono ormai le 16, seguiamo il sentiero G5 tuffandoci nel ripido ma bellissimo vallone del Palombaro cercando di arrivare a destinazione prima del tramonto. La discesa è impegnativa e la stanchezza si fa sentire.

A circa metà discesa un nutrito gruppo di camosci si concede alle nostre fotocamere dalle alte pareti sopra di noi. È uno spettacolo bellissimo e ripaga di tutte le fatiche affrontate fino ad ora.

Si prosegue e alla fine, dopo due ore di estenuante cammino raggiungiamo la fine del vallone e la strada per Palombaro. Orai rimane l’ultima formalità: Alla nostra destra il sentiero G3 indica un’ora e dieci minuti per Capo le Macchie.

Non è una passeggiata. Il sentiero è si un facile saliscendi ma dopo quasi dieci ore e venti chilometri affrontati, anche un gradino si fa sentire. Inoltre il sentiero alterna tratti facili e scorrevoli a tratti ripidi con vegetazione fitta che non agevolano la marcia.

Chicca finale, una frana ha cancellato un per fortuna breve tratto di sentiero ma riusciamo a recuperarlo dopo un piccolo aggiramento arrivando finalmente, dopo quasi undici ore di cammino alle nostre auto.

Un ringraziamento oltre che ai complimenti vanno a Massimo, Agostino, Andrea e Daniele per aver affrontato e portato a termine questo bello ma impegativo anello sui monti della Maiella.

Ed ora le foto di questa bella giornata.

Guarda le foto in formato album

Autore: Marco DT

Qui trovi le tracce GPS in formato .plt e .gpx .

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